Nel libro "Trattato Italiano di Medicina Interna" pubblicato nel 1931, periodo in cui la malattia era molto presente, i sintomi vengono descritti minuziosamente. Riporto questa descrizione dei sintomi della parotite perché mi sembra importante sapere qualcosa di più su questa malattia per valutare bene i rischi che i bambini corrono se non vengono vaccinati (il testo è scritto in un italiano un po' vecchiotto):
I prodromi non hanno nulla di caratteristico e possono anche mancare: per qualche giorno il paziente è irreqieto, svogliato, senza appetito, si lagna di dolori vaghi alla nuca e alle orecchie, può avere epistassi, vomito e diarrea. Subito dopo questi disturbi prodromici compare il sintomo più importante della malattia, cioè la tumefazione della parotide. La tumefazione ha una sede assai caratteristica: cioè si trova tra la branca montante della mandibola e l'apofisi mastoidea, sotto al lobulo dell'orecchio, che viene ad essere spinto in basso ed in fuori. Quando il gonfiore è notevole la fisionomia è molto alterata ed assume un aspetto caratteristico.
La cute sovrastante alla parotide è tesa e lucente, ma assai di rado arrossata. La palpazione fa apprezzare un tumore elastico dolente con superficie irregolare. Il paziente si lagna di un molesto senso di tensione e di dolori più o meno intensi, che si irradiano verso il collo e verso le orecchie e si esacerbano durante la masticazione. Il gonfiore della parotide raggiunge l'acme dopo 2-3 giorni, poi regredisce fino a tornare al volume normale verso il sesto giorno. Quando è colpita una sola ghiandola, alla guarigione dell'una segue quasi costantemente l'infiammazione dell'altra e non di rado anche delle altre ghiandole salivari, specialmente della sottomascellare.
La temperatura è poco elevata nei bambini più elevata negli adulti: la febbre è di tipo remittente od intermittente; dura 2-7 giorni e cade generalmente per lisi. Nella cavità orale si possono riscontrare i segni di una lieve stomatite e faringite e un arrossamento marcato attorno allo sbocco del dotto di Stenone, arrossamento ritenuto da alcuni come sintomo caratteristico.
Raramente vi sono disturbi gastrici, meno di rado diarrea.
Il polso non presenta speciali caratteristiche e ha una frequenza proporzionale al rialzo termico.
Nel sangue alcuni autori avrebbero riscontrato una leucositosi; altri invece solo un aumento relativo dei monociti.
Le urine mantengono un comportamento normale. Il fegato e la milza non aumentano di volume. Il sensorio non è alterato.
Quando non avvengono complicazioni la malattia decorre in modo del tutto benigno in 1-2 settimane, o più, se le localizzazioni ghiandolari anzichè contemporaneamente avvengono successivamente. Raramente la malattia recidiva. Spesso si osservano forme assai lievi e con insignificante tumefazione parotidea; rarissimi invece sono i casi ad andamento grave e mortale, caratterizzati da ipertermia, delirio, convulsioni o da uno stato di sopore e disturbi intestinale tali da far pensare a una infezione tifoidea.
La complicazione più frequente è l'orchite parotitica, che colpisce prevalentemente gli adulti con una frequenza variante, secondo le epidemia, dal 10 al 90 % dei casi: di solito unilaterale, ma il processo infiammatorio si estende sovente dall'una all'altra ghiandola. Nei casi comuni dopo una settimana circa dall'inizio della malattia e quando la tumefazione parotidea comincia a regredire si ha un nuovo ed elevato rialzo termico, spesso preceduto da brivido; lo stato generale si aggrava ed il paziente si lagna di forte dolore ad uno o a tutti e due i testicoli, che in breve tempo si tumefanno. Alla palpazione il testicolo e l'epidimio appaiono piuttosto duri e dolenti. Dopo una settimana circa il dolore e la tumefazione si attenuano; la febbre cade per lisi e si ha la guarigione, che però raramente porta alla resitutio ad integrum: si ha spesso atrofia del testicolo e, se l'orchite è stata bilaterale, si può avere azoospermia. In qualche caso l'orchite precede la tumefazione parotidea e in alcuni rappresenta l'unica manifestazione.
Nelle donne sono possibili le localizzazione alle ovaie, alle mammelle e alle ghiandole del Bartolino. Sono state osservate anche pancreatiti parotitiche, che si manifestano con dolori all'epigastrico, vomito, steatorrea, iperglicemia, e anche complicazioni a carico dell'endocardio, del pericardio, del peritoneo e delle articolazioni. Molto importanti sono le complicazioni a carico del sistema nervoso, in cui si possono osservare tutti i gradi di passaggio dal lieve meningismo al quadro più grave di una meningite sierosa o meningo-encefalite.
Rarissima è la gangrena della parotide, meno rara la suppurazione di essa; abbastanza frequenti le infiammazioni dell'orecchio medio ed esterno.
Prognosi: Malgrado le frequenti complicazioni la prognosi è buona ed i casi mortali sono oltremodo rari; è da ricordare che le orchiti bilaterali portano spesso alla azoospermia ed all'atrofia dei due testicoli, fatto questo, che può avere notevoli ripercussioni sullo sviluppo somatico quando siano colpiti individui non ancora giunti alla pubertà.