Nel libro "Trattato Italiano di Medicina Interna" pubblicato nel 1931, periodo in cui la malattia era molto presente, i sintomi vengono descritti minuziosamente. Riporto questa descrizione dei sintomi del tetano perché mi sembra importante sapere qualcosa di più su questa malattia per valutare bene i rischi che i bambini corrono se non vengono vaccinati (il testo è scritto in un italiano un po' vecchiotto):
Sulla durata del periodo di incubazione nulla si sa di preciso, essendo difficile computarlo, potendo l'infezione della ferita non coincidere con la soluzione di continuo. So sono visti casi svilupparsi dopo quattro giorni ed altri dopo 15-20 giorni dalla ferita.
Nel maggior numero dei casi la malattia è preceduta da sindromi, come cefalea, irrequietezza generale, insonnia, senso di oppressione, brividi o sudori; spesso insorgono dolori lungo il corso di qualche grosso ramo nervoso vicino alla ferita, e senso di stiramento dei muscoli viciniori. Naturalmente questi sintomi, quando compaiono, hanno grande importanza perché permettono una diagnosi precoce.
I sintomi proprii del tetano sono rappresentati da rigidità tonica dei muscoli, cioè da ipertonia muscolare permamente; questa rigidità è interrotta di tanto in tanto da attacchi di spasmo di varia durata, da qualche secondo a qualche minuto, i quali si fanno man mano sempre più intensi e di durata più lunga. Al tempo stesso l'eccitabilità riflessa è aumentata. La coscienza rimane di regola integra.
I primi sintomi evidenti compaiono di solito al viso, ai muscoli della masticazione, della deglutizione e della nuca, poi a quelli del tronco e delle estremità.
La rigidità dei muscoli del viso fa assumere alla faccia un aspetto caratteristico, donde il nome di facies tetanica. La fronte presenta rughe longitudinali e verticali; le pinne nasali sono sporgenti; la rima boccale è stirata orizzontalmente e le commessure labiali sono stirate in basso; i denti restano scoperti come nel riso, donde il nome di riso sardonico. L'espressione del volto muta frequentemente di aspetto; ora è di intenso terrore, ora di ansietà terribile.
Ben presto i muscoli masseteri si fanno rigidi e sporgenti sotto la pelle. Il paziente accusa un senso penoso di stiramento e di tensione dei muscoli masseteri; non può aprire la bocca nè masticare o solo in parte. Tutto ciò ostacola o rende impossibile l'ingestione di cibi e bevande.
Col comparire della tensione dei muscoli della nuca la testa è flessa all'indietro e non si riesce a fletterla all'avanti.
Lo spasmo diffondendosi poi ai muscoli estensori del dorso rende questo rigido, talora curvo, con la convessità rivolta all'avanti (opistotono) od all'indietro (emprostotono) o da un lato (pleurostotono).
Per la contrazione dei muscoli toracici e del diaframma la respirazione resta ostacolata ed i malati diventano dispnoici e cianotici.
La rigidità dei muscoli addominali provoca il cosidetto addome a barca; quella degli arti inferiori uno stato di flessione od estensione permanente. Raramente sono interessati i muscoli degli arti superiori.
Questo stato di ipertonia o di rigidità permamente è interrotto di tanto in tanto da contrazioni cloniche ad accessi. La bocca si chiude violentemente e la lingua può venire presa fra i denti; l'espressione del volto muta a seconda che entra maggiormente in giuoco l'uno o l'altro gruppo muscolare. Si ha trisma, che può essere totale o parziale. La testa si infossa nel cuscino. I muscoli del dorso diventano duri e si accentuano le convessità della colonna vertrebrale. I muscoli dell'addome e delle estremità sporgono sotto la cute.
Questi accessi clonici possono essere così intensi da trasformare il corpo in una massa rigida vibrante per scosse violentissime. In qualche caso hanno provocato lussazioni o fratture. A produrre gli accessi basta il più lieve stimolo, come un leggero contatto con la pelle, un soffio, il rumore di un passo, di una porta che si chiude, la luce viva e persino il tic-tac di un orologio.
Le contrazioni cloniche sono dolorosissime ed il dolore avvertito nei singoli muscoli interessati può essere paragonato a quello del crampo dei polpacci. Le contrazioni del diaframma provocano dolori al precordio.
Se l'accesso clonico interessa i muscoli della deglutizione, questa diventa impossibile, e se nel momento dell'accesso il paziente sta deglutendo può avvenire l'aspirazione del materiale in deglutizione nei polmoni ed aversi una polmonite da aspirazione.
La contrazione clonica dei muscoli del respiro e del diaframma può arrestare la respirazione e causare la morte per asfissia.
I malati sono in preda ad insonnia ostinata.
La pelle è coperta di abbondante sudore, ancor più durante gli accessi.
La temperatura non ha alcunchè di caratteristico; può essere normale, subfebbrile ed anche subnormale. Poco prima o subito dopo la morte fu talora constatata una temperatura fino a 44,7°. Si attribuisce questa ipertermia all'azione della tossina sul centro termico.
Il polso per lo più è frequente. Durante l'attacco di contrattura può diventare frequente, filiforme, aritmico. La pressione arteriosa di regola è normale.
Frequentemente vi è ritenzione di orina e di feci; non si dovrà mai procedere al cateterismo se non dopo aver praticato un'iniezione di morfina per ottenere la cessazione dello spasmo.
Nell'orina raramente si trovano elementi patologici; si possono talora trovare tracce di albumina e di urobilina.
Nel sangue fu trovato spesso una modesta leucocitosi neutrofila. Il liquido cefalo-rachidiano non presenta aumento di pressione; è limpido ed all'esame nulla si rileva di anormale.
Il sensorio è sempre libero. I riflessi tendinei sono esagerati e così pure i riflessi cutanei. Può esservi il clono del piede. Il Babinski, l'Oppenheim sono spesso presenti.
Nei casi favorevoli dopo una settimana o più la rigidità muscolare comincia a diminuire pur persistendo ancora per qualche tempo. Spesso coloro che guariscono accusano ancora per molto tempo un senso di rigidità muscolare.
Come postumi furono notate: deformità del torace e della colonna vertebrale dovute alle contrazioni toniche; nevralgie persistenti.
Naturalmente vi possono essere casi lievi. Sono stati descritti casi benigni, nei quali non si aveva che un tetano localizzato alla zona della ferita, il quale può talora lentamente generalizzarsi. Vi sono invece casi a decorso fulmineo, da aversi l'esito in poche ore per spasmo dei muscoli del respiro e conseguente asfissia.
Una forma speciale è il tetano cerebrale o cefalico o tetanus hydrophobicus, che compare in seguito a ferite alla testa, spesso assai leggere, che risiedono per lo più in vicinanza del margine sopraorbitale. In questa forma compaiono forti spasmi dei muscoli laringei ed all'apertura laringea e talvolta trisma e paralisi completa del nervo facciale del lato offeso. Se la ferita risiede nella metà della faccia, la paralisi del facciale precede il trisma, in altri lo segue di parecchi giorni. Più tardi si manifestano crampi nei muscoli della deglutizione, quindi impossibilità a deglutire: da ciò il nome di tetanus hydrophobicus. Il tetano cefalico ha un decorso per lo più mite; però si sono visti casi, nei quali il tetano si è generalizzato ed è terminato con la morte.
Qualche volta i sintomi del tetano locale o generale hanno un'evoluzione lenta e possono durare parecchi mesi. A questi casi fu dato il nome di tetano cronico. In generale la sua comparsa ha luogo molti giorni dopo la ferita, e l'estensione dei sintomi avviene a grado, interrotta da remissioni. Per lo più il sintomo predominante è uno stato di rigidità permanente, senza o quasi, accessi clonici.
Un'altra varietà clinica è il tetano tardivo, cioè manifestantesi a grande distanza dalla produzione della ferita.
Il tetano dei neonati e quello delle puerpere hanno una sintomatologia ed un decorso analogo al tetano traumatico.
Le complicazioni più frequenti sono: la polmonite da aspirazione; emorragie; lacerazioni muscolari; talvolta lussazioni articolare e fratture ossee.